Se la Danimarca accoglie a braccia aperte i jihadisti loro cittadini che sono andati a combattere in Siria, l’Italia fa ben di peggio e risarcisce con migliaia di euro i terroristi morti in Siria.
Come spiegato dal Quotidiano del Sud, tre anni fa Brahim Garouan, suo padre Mohammed, imam di Sellia Marina (Catanzaro) e Younes Dahhaki furono arrestati con l’accusa di essere addestratori di terroristi. La polizia postale e la Digos li avevano tenuti sotto controllo per ben tre anni scoprendo che a Sellia, in provincia di Catanzaro, era stata messa in piedi una vera e propria base di addestramento. Gli inquirenti trovarono molto materiale, compresi alcuni video in cui si spiegava ai potenziali jihadisti come fabbricare, ad esempio, una cintura esplosiva per azioni kamikaze, come diventare un bravo cecchino o come preparare ordigni. Le predicazioni estremiste finivano su internet, accompagnate da scene di attentati compiuti in Medio Oriente o di vere e proprie esecuzioni capitali. Nel mirino del gruppo non c’erano solo gli eserciti occidentali presenti in Medio Oriente, ma anche esponenti dello stesso Islam per il semplice fatto di essere considerati «moderati”.
Le accuse sono però state in qualche modo smontate dai giudici della Cassazione. “Il terrorismo virtuale, fatto di manuali e corsi di formazione, finalizzati a formare il perfetto terrorista, capace di puntare e colpire l’obiettivo da infallibile cecchino, così come di preparare e utilizzare l’esplosivo, non è reato”. Per i magistrati erano dunque solo dei teorici e dunque non avevano commesso nessun reato. I tre così uscirono dal carcere. Padre e figlio appena liberi lasciarono l’Italia e tornarono in Marocco. Ad aprile il giovane è morto, almeno secondo le ricostruzioni, in un bombardamento in Siria. Ora è arrivata l’assurda sentenza che risarcisce con 62mila euro Dahhaki e con 60mila Garouan.
A suo tempo il Questore di Catanzaro aveva spiegato che nel momento in cui si passa dalla propagazione di odio alle istruzioni specifiche per un attentato, si passa all’azione concreta. L’addestramento al terrorismo è un reato contestabile non solo ai preparatori ma anche a chi vi si sottopone. Per alcuni magistrati però le cose non starebbero così, a quanto pare.
La magistratura italiana ha una lunga storia di jihadisti “sfuggiti” alla giustizia, basta pensare all’ingegnere belga, convertito all’Islam, Raphael Gendron, considerato dalle polizie europee uno degli intellettuali della cellula islamica in Europa, il cui nome era da anni nei database proprio per la sua pericolosità. Gendron era stato arrestato a Bari nel 2009 per essere poi assolto dalla Corte d’Appello. Uscito dal carcere, era andato in Siria dove pochi mesi dopo è stato ucciso mentre combatteva nelle file dei jihadisti. Gendron era stato inchiodato dalla perquisizione del suo camper mentre sbarcava in porto. «In una pen drive gli furono trovati i testi dei predicatori di Al Qaeda, il testamento di Hisham Abou Nizal, nome di combattimento del ventiquattrenne Beyayo Hisham pronto al martirio e una serie di riferimenti ad attacchi terroristici. A inchiodarlo (e poi, paradossalmente, a scagionarlo in appello, dopo la condanna in primo grado, perché furono messe in dubbio le traduzioni) furono le conversazioni intercettate in cella con il suo compagno di viaggio.
C’è poi il caso del tunisino Abu Dujana (Nasri Riad Barhoumi), ex capo della cosiddetta “casa dei tunisini” a Jalalabad, oggi uno dei capi di Ansar al-Sharia in Libia; finito in carcere, in Italia, per aver fatto parte (tra il 1997 e il 2001) di una “cellula legata al gruppo salafita per la predicazione e il combattimento”. Di base a Milano dove si occupava di reclutamento, venne condannato dal Tribunale di Milano a sei anni per poi essere assolto in appello.
Fonti
http://www.cn24tv.it/news/19078/terrorismo-inquirenti-scoperta-palestra-addestramento-virtuale.html
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11679798/Cosi-i-jihadisti-dribblano-la-giustizia.html
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/catanzaro-60mila-euro-per-ingiusta-detenzione-al-jihadista-ucciso-in-siria_2079006201402a.shtml
http://www.secoloditalia.it/2014/11/sessantamila-euro-risarcimento-jihadista-ucciso-in-siria/
http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2014/08/06/news/chi-sono-i-terroristi-della-porta-accanto-1.176211