Venerdì 12 dicembre mattina un gruppo di jihadisti della banda “Gubedenskoy” si è rifugiato all’interno di una casa nel villaggio di Gurbuki, a sud di Makhachkala, per preparare un attentato.
L’abitazione risultava di proprietà di Ghadzi Magomedov Abdulkhalikov, la cui figlia aveva una relazione con un elemento della banda, tale Omar Magomedov; il luogo era divenuto punto di riferimento chiave per i membri della banda e nascondiglio per armi, munizioni ed esplosivi. All’interno dell’edificio le forze di sicurezza hanno rinvenuto diverso materiale per la fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati (IED).
Alle 7 della mattina le forze speciali della Repubblica Federale hanno circondato l’abitazione e intimato la resa ai terroristi, i quali hanno però preferito asserragliarsi all’interno dell’abitazione prendendo in ostaggio due donne e diversi bambini presenti all’ interno e aprendo il fuoco contro le forze di sicurezza.
Un primo terrorista, Ibrahim Karanai, è rimasto ucciso in un iniziale tentativo di fuga terminato in conflitto a fuoco con gli agenti. Alle 7:20 le forze di sicurezza hanno dato il via all’assalto e alla fine dell’operazione altri quattro terroristi e un complice sono rimasti uccisi mentre nell’abitazione è scoppiato un incendio. Tra i jihadisti uccisi anche Zalitinov Murad Magomedsheyhovich, ex capo della banda “Kadar” e ricercato da tempo.
Zalitinov non è però l’unico boss eliminato in settimana dalle forze federali; infatti, due giorni prima, era rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con agenti di polizia, Ruslan Darsamov Marshak, classe 1989, noto nell’ambiente del banditismo wahhabita di Makhachkala come “Usman”.
Darsamov era da tempo ricercato per l’uccisione di agenti e civili, per furto, estorsione e fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati (IED). L’uomo è stato intercettato a Makhachkala mentre era a bordo di una Lexus LX 470; una volta vistosi scoperto ha tentato la fuga, ne è conseguentemente nato un conflitto a fuoco.
L’uomo era ricercato per diversi attentati esplosivi ed omicidi tra cui quelli di un ragazzino di 14 anni, di un magistrato della Corte Suprema e quello del titolare di una pompa di benzina e di suo nipote.
Poche ore dopo altri due membri della medesima banda, Murad Mamedov e Marat Bolatkhanov, sono stati uccisi nella capitale daghestana mentre erano a bordo di una Toyota Camry. I due si trovavano all’incrocio tra Irchi Kazak e Yaragsky e hanno aperto il fuoco contro una pattuglia avvicinatasi per una perquisizione. Nel conflitto a fuoco è rimasto ferito un agente di polizia.
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