L’arresto di Giulietto Chiesa testimonia la preoccupante degenerazione dell’Unione Europea, dove la diversità di pensiero è sbattuta in galera e tacciata preventivamente.
di Alessio Caschera — 16 dicembre 2014- L’Intellettuale Dissidente
L’arresto di Giulietto Chiesa di ieri in Estonia segna una nuova triste svolta nella politica europea. Chiesa, che era arrivato in mattinata a Tallin, avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza dal titolo: “La Russia è veramente nemica dell’Europa?” Evidentemente, il titolo dell’incontro, non è piaciuto alle autorità estoni che hanno preventivamente impedito lo svolgimento del convegno, confezionando un provvedimento di espulsione preventiva per il giornalista italiano in data 13 dicembre. Una mossa inquietante che descrive lo stato della libertà di stampa e di pensiero in un paese, come quello baltico, considerato dalle più importanti agenzie tra i più tolleranti e sicuri per i giornalisti. E menomale che il motto dell’Unione Europea è “uniti nelle diversità”, parole ipocrite senza significato dal momento che, in un paese membro, è stato possibile tacciare preventivamente, arrestare e sottoporre ad un provvedimento di espulsione un cittadino di un altro stato membro, la cui unica colpa era cercare di dimostrare che l’unica soluzione alla guerra fredda 2.0 non sono la guerra e l’odio ma la pace e la comprensione reciproca. L’arresto di Chiesa è forse l’apice della degenerazione dell’Unione Europea; per la prima volta dallo scoppio della crisi ucraina è stato arrestato un giornalista con posizioni non allineate con quelle di Bruxelles e del dipartimento di stato americano. Mai era accaduta una cosa del genere al massimo prima chi, nel mondo dell’informazione, aveva una posizione indipendente era semplicemente tenuto ai margini, ora, invece, la diversità di pensiero è sbattuta in cella senza una motivazione ufficiale e tacciata preventivamente. Ancora più grave è stato il silenzio dei media nostrani e delle istituzioni: la Farnesina si è limitata a convocare l’ambasciatore estone per non meglio precisate spiegazioni, mentre i media dedicavano due righe di cronaca alla vicenda. Del resto il silenzio è la migliore arma che hanno a disposizione, basta non parlarne per far passare tutto in secondo piano e continuare con il mantra di quanto sia libera e bella l’Unione Europea e di quanto pericolosa e anti liberale sia la Russia. L’arresto di Chiesa in Estonia è la logica conseguenza degli errori di Bruxelles. Da quando l’Unione si è allargata verso est la situazione è precipitata vertiginosamente. Come si può includere nell’Unione e nella NATO un paese che cova un’avversione profonda, al limite dell’odio etnico, nei confronti di un partner strategico ,come la Russia, senza aspettarsi che, prima o poi, quest’ odio venga fuori nei modi più beceri, come nel caso dell’arresto del giornalista italiano? Fortunatamente Chiesa ora è libero ma dovrà comunque lasciare il paese. Le autorità di Tallin hanno ottenuto il loro scopo senza fare troppo rumore: hanno impedito a un giornalista di parlare e raccontare un’altra faccia della storia, nel silenzio assordante di mezza Europa. Siamo convinti che l’amico Giulietto Chiesa, a cui torniamo ad esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà, tornerà più forte di prima da questa orribile esperienza, ancora più convinto che questa Europa va cambiata perché ha raggiunto, forse, il punto più basso della sua storia.
http://www.lintellettualedissidente.it/corsivi/ma-non-dovevamo-essere-uniti-nelle-diversita/
Да здравствует социализм!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!